iBookStore è stato un fallimento?
Dagli Stati Uniti arriva una interessante chiave di lettura che riguarda la Apple ed il progetto iBook Store, a sei mesi dal lancio ufficiale di questa nuova piattaforma. Quello che ne viene fuori è un quadro tutt’altro che convincente per Jobs e soci: si pensava che l’iBookstore poteva essere un fulmine che squarciava il mondo dei libri digitali, distruggendo in pochi mesi la concorrenza di Amazon sopratutto. Infatti l’iPad diciamo che in questo campo andava a scontrarsi con il prodotto della Amazon, il Kindle. Nonostante la Apple oltre all’iPad abbia esteso l’iBookstore anche agli iPhone, ciò non è bastato per avvicinarsi alle cifre di Amazon. Infatti il colosso americano vanta oltre 700.000 volumi, divisi fra blog da scaricare, riviste, settimanali, ed ovviamente i classici libri. Tutto in formato digitale ovviamente. Se guardiamo i numeri della Apple, possiamo capire che non c’è minimamente confronto: sono solo 30.000 i titoli disponibili sull’App Store, tral’altro tutti presenti anche sul Kindle Store della Amazon. Abbiamo spesso parlato di questo problema “numerico”: la causa è principalmente una. La Apple vuole imporre prezzi e una linea editoriale a tutte le società che appartengono al mondo dell’editoria. Una cosa che ovviamente non viene vista in maniera positiva dalle stesse case editrici, che piuttosto che cedere alla Apple, preferiscono trattenere i diritti sul digitale. E lo stesso discorso – fatto in Italia da molte case editrici – viene allargato negli Stati Uniti: la mancanza di un accordo con la Random House, una delle case editrici americane più importanti, non aiuta la Apple. Adesso c’è da aspettarsi un bel dietro front da parte di Jobs, perchè continuando su questa linea si può solo andare verso lo sfascio assoluto per l’iBook Store.
Pietro Gugliotta