Lo scorso anno, venne fuori una curiosa intervista al proprietario di Dropbox, il servizio cloud più famoso al mondo: il proprietario di questo sito era stato avvicinato dall’allora CEO di Apple, Steve Jobs, che aveva intenzione di acquistare e rilevare l’azienda Dropbox, proprio perchè era affascinato da questa piattaforma. L’offerta fu rifiutata e non se ne fece più niente, tanto che poi nei mesi successivi Apple decise di avviare una propria piattaforma cloud. Apple in questi giorni sta facendo parlare di sè per una sorta di “boicottaggio” o censura, per le applicazioni che utilizzano Dropbox. Il portale cloud è utilizzato al momento da oltre 50 milioni di utenti, dunque molte applicazioni che vengono inviate all’App Store, hanno una interazione con questo servizio. Apple però le rimanda indietro, per un problema economico: siccome Dropbox offre anche un servizio cloud a pagamento, come tutte le app a pagamento che sono presenti su App Store, deve pagare una commissione del 30% ad Apple. Dunque Dropbox dovrebbe pagare il 30% sugli incassi dagli abbonamenti venduti, cosa che non è stata affatto accettata dall’azienda di cloud storing. Apple così ha deciso di rimandare indietro tutte le app che contenessero l’SDK di Dropbox, con la delusione degli utenti. Come verrà risolta la situazione? Nei prossimi giorni potrebbe essere aperta una trattativa fra Apple e Dropbox, ma al momento la posizione dell’azienda di Cupertino sembra irremovibile.