Apple Car-Play Ultra. L’infotainment a 360°. Ma a qualcuno non piace.

Apple Car-Play Ultra

Apple Car-Play Ultra

Si sta rivelando una vera sfida commerciale, quella ingaggiata tra Apple e alcuni costruttori di automobili. Molti marchi del settore infatti hanno espresso più di un dubbio sull’adozione dell’ultima versione di CarPlay. Si chiama esattamente Apple CarPlay Ultra e a molti è sembrata invasiva sin da subito. È davvero così? Certamente è meno discreta del software “base”. Lo testimonia il fatto che ora da tutti gli schermi (tutti!) presenti nell’auto è possibile leggere ogni tipo di informazione: dalla temperatura interna, alla velocità del veicolo, fino alla pressione degli pneumatici. Pur vantando, alla presentazione, l’OK di quattordici marchi, Cupertino ha dovuto registrare nei tre anni a seguire, era il 2022, diversi ripensamenti fino allo schieramento attuale dei favorevoli e dei contrari. Tra i primi troviamo Aston Martin che da qualche settimana ha cominciato a produrre i nuovi modelli già equipaggiati col software aggiornato.

L’assenso l’hanno dato pure, tra gi altri, Kia, Porsche e Hyundai. Riflettono sul da farsi Ford, Nissan e Jaguar-Land Rover. I voti contrari arrivano invece da Mercedes-Benz, Audi, Volvo, BMW e Polestar. Renault, in maniera netta, lo riferisce il Financial Times, avrebbe invitato la Mela a “non invadere i nostri sistemi”. Non proprio una banalità, insomma, tenendo conto che l’infotainment è divenuto negli ultimi tempi un vero e proprio business. L’industria automobilistica lo sa bene e vi destina risorse sempre maggiori. Ne deriva dunque una estrema personalizzazione, quella grafica e non solo, cui è difficile rinunciare. Il no insomma potrebbe esprimere una vera e propria gelosia industriale per così dire. Specie quando a manifestarla sono i Gruppi più importanti. Ma forse c’è dell’altro. Alludiamo a quella che viene definita “in-car experience”, cioè l’interfaccia coi sistemi dell’auto; se a questo provvedesse Apple Car-Play Ultra non ci sarebbe alcuna possibilità di difendere e quindi differenziare il singolo sistema di bordo dai concorrenti. Non solo. Gli acquisti “in-car”, cioè le transazioni che possiamo effettuare direttamente dall’auto, sono crescenti già da qualche tempo. Un mercato che si preannuncia piuttosto florido nei prossimi anni. Il giro d’affari previsto nel 2030 sfiorerebbe addirittura i seicento miliardi di dollari.

Quanto può essere d’intralcio in tutto questo una crescente affermazione di Car-Play? Apple ha già precisato di non avere in alcun modo la possibilità di accedere ai dati dei veicoli dove sia installato il sistema Ultra. Bene ha fatto, diremmo, perché anche su questo, che sarebbe un mercato altrettanto in crescita, le ipotesi di soldoni si rivelano alquanto corpose. Capgemini, che è una Società di consulenza, arriva a stimare un “ritorno” per ogni singola auto pari a 3-4 euro mensili entro il 2030 (contro i 35 centesimi del 2022). La partita evidentemente è ancora tutta da giocare ma una considerazione va fatta. Per molti sondaggi, la maggioranza degli automobilisti reputa Car-Play il miglior servizio di infotainment e gradisce molto meno, anche per qualità, i sistemi proprietari del singolo brand. Un particolare non trascurabile.