Arriva Apple Intelligence. E a Cupertino blindano la privacy

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Si è fatta attendere un bel po’ ma alla fine è arrivata anche da noi. Italiani ed Europei. La Apple Intelligence era già stata presentata nell’ultima WWDC datata giugno 2024 ma a Bruxelles ci hanno voluto “vedere chiaro” ritardandone di fatto l’ingresso nel vecchio continente. E così Cupertino ce l’ha consegnata all’alba dello scorso 1° aprile in uno col rilascio degli aggiornamenti di iOS 18.4 per iPhone, di iPadOS 18.4 per iPad e di macOS Sequoia 15.4 per i Mac. Ricordiamo a tal proposito che se l’ultima versione del sistema operativo riesce a “girare” fino a iPhone XR, XS e XS Max, l’integrazione di Apple Intelligence è compatibile coi soli modelli iPhone 16 (tutti) e iPhone 15 (nelle versioni Pro e Pro Max). La procedura per scaricare gli aggiornamenti, semplicissima, è quella solita. Durante l’installazione bisogna essere collegati a una rete Wi-Fi e, prima che si inizi, è preferibile che il dispositivo sia sotto carica.

Per poter attivare la “intelligenza della Mela” è sufficiente aprire le Impostazioni>Apple Intelligence e Siri, quindi scegliere l’opzione “Ottieni AI” per poi seguire le istruzioni suggerite. Le potenzialità offerte sono davvero tante. Vediamo le risorse più interessanti.

Iniziando dagli strumenti per una scrittura intelligente. Le novità consistono nel poter rivedereriscriveretrasformare o anche riassumere un determinato testo. Da quest’ultimo possiamo generare un elenco puntato o creare una tabella strutturata (senza uscire dalle app in uso). Siano esse di sistema che di terze parti. Potremo dunque scrivere col supporto simultaneo di grammatica e sintassi con occhio anche alla forma, e persino al tono (amichevole, formale o professionale).

Per la creazione di immagini invece possiamo ricorrere a tre stili diversi (animazione, disegno e illustrazione). Ci supporta, in questo, l’app Image Playground che possiamo scaricare direttamente dallo Store. Nell’app Note, inoltre, troviamo “Bacchetta immagini” con cui, abbozzando un semplice schizzo, si generano immagini. Se poi descriviamo per bene una emozione, ci vengono in soccorso le Genmoji, ancora più espressive delle emoji classiche.

Con la funzione “Ripulisci” potremo eliminare dalle foto tutto ciò che ci appare superfluo e, sempre in Foto, la funzione Ricordi saprà dividere, per capitoli tematici, i video proposti.

Chi si rinnova più di tutti è Siri. L’assistente virtuale di casa Apple si propone con una nuova veste grafica e sembra abbia guadagnato non poco in fatto di precisione. Rimane nel contesto e “non perde il filo” se, nell’ambito di una stessa sessione, si torna su un argomento precedente. Migliorano tanto anche le voci. Anche se ora, volendo, si passa agevolmente da richieste “orali” a quelle scritte. Insomma si nota una fluidità decisamente accresciuta. Anche, e soprattutto, in considerazione del fatto che ora con Siri è possibile accedere direttamente a ChatGPT di OpenAI. Per la quale, in questo caso, l’account non è d’obbligo. Ogni richiesta, di conseguenza, rimarrà completamente anonima. A tal proposito ci piace rimarcare l’impegno a garantire la privacy, da sempre appannaggio del Colosso di Cupertino. Apple Intelligence infatti funziona nel perimetro del singolo dispositivo. Solo quando le richieste sono più impegnative si ricorre alla Private Cloud Compute. Che, lo ricordiamo, è una funzione creata la scorsa estate con cui la Mela ha raggiunto un nuovo esclusivo standard in tema di privacy nel campo della intelligenza artificiale.